Page 14 - Flip giardini
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cadere  e  farsi  male,  gli  impediamo  di  arrampicarsi.  Questa  tendenza  è
             antipedagogica, poiché se io sono un educatore il mio compito è mettere
             il bambino in condizione di fare esperienze, non di togliere esperienze, ov-
             viamente nelle condizioni idonee.

                Lo “spettro della sicurezza” che si aggira da tempo nelle scuole del no-
             stro paese, alimentato da interpretazioni iperprotettive sulle norme per
             la sicurezza sta paralizzando il corpo e il movimento del bambino, il suo
             bisogno di agire.

                Le aree esterne di nidi e scuole dell’infanzia vengono arredate come
             se fossero dei giardini pubblici in miniatura: scivoli, altalene, dondoli ecc.
             rivelando, da parte degli architetti che li progettano, un passivo adegua-
             mento a standard stereotipati e una mancanza di ideazione che nasca dal
             dialogo con chi conosce i bisogni psicomotori dei bambini in una certa fa-
             scia d’età, e cosa voglia dire rendere l’ambiente esterno un “ambiente di
             apprendimento”, poiché di scuola si tratta, non di giardino pubblico.

                E poiché siamo in Europa, basterebbe gettare uno sguardo sugli spazi
             esterni delle istituzioni educative di altri Paesi per rendersi conto della di-
             versa idea di “bambino” che li caratterizza. Ma evidentemente noi consi-
             deriamo i nostri bambini più “imbranati” e incapaci dei bambini tedeschi,
             danesi ecc. che usano bastoni, seghe, martelli e chiodi per costruire, funi
             per  arrampicare,  che  scavano,  accendono  il  fuoco,  che  dispongono  di
             strutture con tronchi d’albero su cui imbastire giochi e percorsi. Domanda:
             quante delle misure “preventive” adottate dagli uffici preposti sono suf-
             fragate da ricerche che dimostrino scientificamente la effettiva pericolo-
             sità di strutture o di attività dei bambini?

                Nel recente passato l’ingiunzione da parte di varie ASL di chiudere le
             sabbiere  all’aperto  nei  nidi  e  nelle  scuole  dell’infanzia  perché  potevano
             essere portatrici di malattie fu una delle iniziative più antipedagogiche e
             “demenziali” a cui nessuna educatrice, insegnante, pedagogista si oppose,
             in ragione del diritto dell’infanzia a svolgere quel tipo di attività. Quanti
             bambini nell’arco, diciamo, di 10 anni, si erano ammalati per aver giocato


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