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IL GIARDINO
DELLA CURA E DELLA RESPONSABILITÀ
I bambini sono esploratori attenti e curiosi, sanno cos’è la meraviglia. Ci pongono mille domande, dapprima
formulate con i gesti e in seguito con un linguaggio sempre più ampio e ricco di nuovi vocaboli. Vedono ciò che
all’adulto sfugge e tendono ad impadronirsi dell’ambiente circostante attraverso il movimento del corpo e tutte
quelle impercettibili esperienze sensoriali che gli permettono di costruire la conoscenza del mondo.
In un giardino scolastico i bambini devono avere l’opportunità di immergersi in contesti ricchi di stimoli e sug-
gestioni. All’aperto e in libertà si può osservare lo spuntare degli ortaggi seminati mesi prima nell’orto, misurare
la crescita di un germoglio o di un giovane albero, vendemmiare l’uva, calcolare lo spuntare delle prime gemme a
primavera. Nei dialoghi spontanei, guidati dall’adulto e condivisi con i compagni, si scoprono connessioni profon-
de con la natura e il cosmo, che conducono al centro della ciclicità della vita e dello sviluppo della propria identità.
Il bambino, già all’età del nido può essere coinvolto nell’attività della cura di piccole piante, dalla semina all’irriga-
zione, dalla raccolta ai piccoli gesti che permettono la sopravvivenza e la vita rigogliosa dei vegetali.
Un orto, un’aiuola fiorita, un frutteto sono meravigliosi “giocattoli”, forme vitali intelligenti che nutrono la ri-
cerca del bambino, orientano la sua concentrazione verso i dettagli e i cambiamenti della natura. Coltivare le
cipolle, le fragole o il gelsomino in un piccolo pezzo di terra fertile sono esperienze estremamente importanti che
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