Page 33 - Flip giardini
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alle esperienze vissute, s’invitano i bambini a riflettere su concetti concreti
                                              e astratti, si abituando i bambini a ragionare su termini come libertà, gen-
                                              tilezza o responsabilità. In giardino si leggono poesie, si usa il vocabolario
                                              più di altri giochi, s’impara a tradurre parole, a cercarne il significato anti-
                                              co, si usa trascriverle su un biglietto da portare a casa, per donarlo ad un
                                              familiare. Anche molto piccoli la curiosità del bambini si orienta su piccoli
                                              particolari, si manifesta nel desiderio di sapere, si focalizza sui grandi temi:
                                              la nascita, la vita e la morte.

                                                I bambini sono depositari di grandi domande filosofiche su cui non si trova-
                                              no mai risposte scontate, ma da esse emergono altre domande e riflessioni,
                                              s’individuano ipotesi, s’illuminano idee geniali. Tali ragionamenti a volte sono
                                              il frutto d’intuizioni personali del bambino, altre nascono dalla condivisione
                                              di un gioco con altri bambini, altre ancora si generano attraverso le azioni di
                                              “sviluppo prossimale” messe in atto consapevolmente dagli adulti educanti.
                                              Essi in modo autentico e appassionato ascoltano i bambini, li orientano, ren-
                                              dono colti e articolati i loro interessi. In giardino, come in sezione si dialoga, si
                                              discute, si accettano o si cambiano i propri assunti. Insieme si accoglie il punto
                                              di vista dell’altro, allenandosi ad una flessibilità di pensiero che non si ferma
                                              alla prima ipotesi, ma si arricchisce del confronto con gli altri. Fra le prassi del
                                              nostro modo di lavorare sono le conversazioni e le discussioni tra i bambini. Le
                                              prime, maggiormente condotte dalle insegnanti che rilanciano, sottolineano
                                              alcuni contributi, riepilogano quanto detto da tutti i bambini per comprendere
                                              se il loro pensiero è stato ben trascritto; le seconde, sono maggiormente ge-
                                              stite dai bambini stessi a partire da un qualsiasi tema che la natura offre loro.

                                                è attraverso l’osservazione continua dell’adulto, la continuità del dialo-
                                              go e delle conversazioni con i bambini che si possono cogliere i loro focus
                                              progettuali, far emergere l’originalità della loro ricerca. Parlare insieme,
                                              porsi domande collettive e rilanciare sono basi di una progettazione ri-
                                              spettosa della libertà di pensiero dei bambini e della loro cultura. Dall’ar-
                                              te di fare domande nascono buone idee: esse hanno il grande potere di
                                              stupire, ampliare la conoscenza del mondo, sviluppare l’ascolto dell’altro
                                              essere confutate e cambiate.



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