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I GUARDIANI BENEVOLI





                                                      Il  percorso  sugli  alberi  fatto  a  scuola,  dal  nostro  osservatorio
                                                   come famiglia, è arrivato sempre puntuale e con vicende che via via
                                                   si sono arricchite di contenuti e riflessioni che mia figlia ha portato
                                                   a casa.

                                                      Prima una fase di osservazione e di adozione degli alberi del giardi-
                                                   no, poi l’adozione “formale” con tanto di nome e volto della “mamma”
                                                   dell’albero, successivamente, si è sviluppato il racconto degli aspetti fi-
                                                   sici osservati sull’albero, e cambiamenti stagionali, soprattutto.

                                                      Questo continuo riferimento agli alberi li ha fatti diventare delle
                                                   presenze che affiancano i bambini quotidianamente, non più sola-
                                                   mente elementi della vegetazione, ma guardiani benevoli delle loro
                                                   attività.

                                                      All’osservazione si è aggiunto un lavoro di astrazione. A casa ab-
                                                   biamo lavorato su un piccolo testo, con un disegno dedicato all’ana-
                                                   lisi scientifica del tronco, del fusto e dei rami. L’albero è diventato un
                                                   “baluardo di pace”, con una reinterpretazione grafica di un albero
                                                   stilizzato, che ospita i volti di tanti bambini.

                                                      Da ultimo, in una visione sempre più astratta, l’albero è diventato
                                                   una metafora della famiglia. Non più solo un ippocastano o un platano,
                                                   ma un albero genealogico. In totale autonomia, mia figlia lo ha ricom-
                                                   posto, dalle radici nostra famiglia, fino ai bisnonni.

                                                      È stato un percorso ancora più sfaccettato di quanto riassun-
                                                   to qui, ma per noi molto emozionante, perché ne abbiamo visto gli
                                                   inattesi sviluppi.

                                                                                                   Giovanna
                                                                                          mamma di Nina Luce


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